Invasione sul Gargano di lupi e cinghiali che nel giro di dieci anni sono raddoppiati – denuncia Coldiretti Puglia – mettendo a rischio non solo le produzioni agroalimentari, gli animali nelle stalle e l’assetto idrogeologico del territorio, ma anche la vita stessa di agricoltori e automobilisti, come testimoniato dai frequenti incidenti stradali, anche con feriti gravi.
“I numeri la dicono lunga sulla necessità di alzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di riequilibrio della fauna selvatica che mette a repentaglio la stessa incolumità delle persone, soprattutto bisogna urgentemente ‘sbloccare’ la legge regionale sui danni da fauna selvatica. E’ stata impugnata dal Governo esclusivamente agli articoli 4 e 5 sulle misure ordinarie e straordinarie di controllo, di esclusiva competenza statale, ma non è ancora tornata in IV Commissione e in Consiglio regionale. Non c’è tempo più tempo da perdere, perché agricoltori e allevatori sono allo stremo”, denuncia il presidente di Coldiretti Foggia, Giuseppe De Filippo.
La provincia di Foggia combatte ad armi impari – dice Coldiretti – contro i cinghiali che distruggono le coltivazioni e attaccano gli uomini e gli animali allevati, gli storni azzerano la produzione di olive e distruggono le piazzole, i cormorani mangiano i pesci negli impianti di acquacoltura, i lupi aggrediscono e sbranano pecore, mucche e capre, in barba a recinzioni e reti.
“La situazione è diventata esplosiva – tuona il presidente di Coldiretti di Monte Sant’Angelo, Francesco Schiavone – perché i cambiamenti climatici e l’habitat favorevole offerto dal Parco del Gargano, che è senza governance da 1 anno e mezzo, hanno favorito la capacità di adattamento di cinghiali e lupi. Ancora nelle ultime ore è comparso un branco di 20 lupi tra San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo, i cinghiali dal bosco sono scesi sino in pianura e ora sono presenti nella zona industriale di Manfredonia, nell’area dell’ex Daunia Risi stormi di storni ormai sono una presenza fissa e i cormorani fanno incetta di pesce a Lesina. Deve cambiare radicalmente – conclude il presidente Schiavone – la politica regionale e nazionale sul tema, troppo attente a pericolosi ambientalismi di facciata, perché sul Gargano l’unica attività possibile è quella zootecnica, che va tutelata dagli attacchi della fauna selvatica, a meno che non abbiano deciso di farci chiudere o di trasformarci in allevatori di lupi e cinghiali”.