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23 Nov

La nevicata del 1995: una storia da non dimenticare

foto di Anacleto Melchiorre

di Saverio Placentino

Il 3 gennaio, durante la mattinata, la pioggia inizia a lasciare il posto alla neve, comincia una nevicata molto intensa ma che non attecchisce al suolo: la temperatura non lo consente ancora.

Verso le 14:00 esco da casa e noto che sulle auto, sui tetti, e nei campi s’inizia a intravvedere un sottile strato bianco; parto per Foggia, dove piove. Al mio ritorno, verso le 17:00, la neve è ormai visibile quasi dappertutto seppur con uno spessore ridotto (1-2 cm), la temperatura inizia a calare sensibilmente.

Nella serata, verso le 20:00, il livello di neve cumulata comincia a farsi interessante, per cui io e mio zio decidiamo di fare un giro per toccare con mano la situazione. Con noi portiamo il cane e una bottiglia tascabile di grappa, un po’ per gioco, ma alla fine si rivelerà utile viste le basse temperature.

La neve raggiunge i 15-20 cm. Passiamo davanti al termometro elettronico (l’unico nel paese a quell’epoca) di Piazza Europa che segna +0°C (un valore certamente sballato ma indicativo), il paesaggio è pittoresco anche perché ci sono le illuminazioni delle feste natalizie che creano un’atmosfera particolare.

Verso le 22:00 decidiamo di rientrare perché la situazione meteorologica diventa sempre più difficile: vento, neve, e freddo aumentano costantemente. Passiamo nuovamente davanti al solito termometro che adesso segna-2°C (ancora un valore sballato, ma pur sempre indicativo del crollo termico che si sta concretizzando). Rientriamo a casa e ci salutiamo; prima di andare a letto penso che l’indomani mattina sarei stato contento di trovare al suolo 30-35 cm di neve, ma questo pensiero si rivelerà essere completamente errato.

Verso le 4:30 del mattino del 4 gennaio mi sveglio e immediatamente corro a vedere la situazione dalla finestra, quello che vedo non lo dimenticherò mai: nevica con un’intensità da me mai vista prima (blizzard, bufera, tormenta, o burian… chiamatelo come volete), ma qualcos’altro attrae il mio sguardo, è la Renault 4 rossa(altezza 1,49m) parcheggiata come sempre sotto casa mia, che ora non è più visibile,è completamente coperta di neve, si vede solo una duna di neve in prossimità dell’abitacolo, non credo ai miei occhi, e in quello stesso momento realizzo che un evento atmosferico di portata eccezionale si sta concretizzando. Vorrei chiamare qualcuno, ma mi rendo conto dell’ora e mi trattengo, non riesco a sfogare questa incredibile sensazione.

Dopo una mezz’ora vado a letto ma non resisto molto, verso le 7:30 mi alzo e scopro che la situazione è ancora più incredibile: i balconi esposti a nord sono pieni di neve fino all’altezza del mancorrente della ringhiera parapetto, le strade sono impraticabili, le auto sommerse, gli alberi sempre verdi hanno subito ingenti danni per il peso della neve.

Decido di svegliare mia madre e mio padre (i miei due fratelli erano partiti il 2 gennaio) urlando: .

Mi preparo per uscire, ma prima ascolto il radiogiornale di RAI Radio 1 che in sintesi, per quel che ci riguarda, riporta le seguenti notizie: San Giovanni Rotondo è isolato come anche San Marco in Lamis e Monte Sant’Angelo, il sindaco di Zapponeta, intervistato, esclama preoccupato: . In sostanza la situazione meteo in provincia di Foggia è davvero surreale: bufere divento e neve, temperature rigidissime, mareggiate, piogge diffuse e persistenti.

Verso le 10:00 esco con mio zio, mia cugina, il cane, e l’immancabile”carburante” (la bottiglietta di grappa); già aprire il portone e il cancello di casa è un’impresa titanica (vista la quantità di neve da spostare: all’apertura del portone mi si presenta davanti ad un muro di circa90-100cm di neve), inoltre il cane è di piccola taglia per cui ha difficoltà ad avanzare. La prima neve era molto pesante infatti si è notevolmente compattata (non dimentichiamo che fino al pomeriggiodel4 gennaio la neve tendeva parzialmente a sciogliersi) e si cammina sopraelevati di30-40cm rispetto al piano stradale, mentre al riparo dal vento, la neve, si ammucchia in cumuli più soffici che si avvicinano e a volte superano il metro e trenta di altezza. Procediamo verso Piazza Europa (il termometro elettronico non funziona più) gli abeti sono tutti semi-distrutti dal peso enorme della neve, lo scenario fa anche un po’ paura perché continua a nevicare molto intensamente e non si vedono auto,né fuoristrada,né mezzi spartineve,inoltre solo poche persone si avventurano per strada Procediamo, senza cambiamenti di scenario ,in Corso Umberto, poi in Viale Kennedy, e poi svoltiamo a sinistra in Via della Sapienza,a un certo punto mi rendo conto di camminare su qualcosa di duro, ma di cosa si tratta? È una Fiat 500 vecchio tipo (altezza 1,33m) completamente seppellita dalla neve. In Via della Sapienza c’è un muro di cinta con vicino una fontana(che adesso non c’è più) dell’Acquedotto Pugliese (altezza 1,28m): la fontana è appena visibile e la neve arriva quasi alla sommità del muro di cinta (circa1,40m di altezza dal piano stradale).

Per chi non lo ricordasse ecco com’è fatta la fontana di cui sopra (la freccia rossa indica l’altezza della neve, circa 120-125 cm): dopo una sosta rifocillante presso le zie che abitano nella zona, rientriamo a casa verso le ore 12:00.

La nevicata prosegue, anche se meno intensa, fino al primo pomeriggio. Non ho dati che indichino la quantità di precipitazione (in millimetri) verificatosi in quei giorni a San Giovanni Rotondo, ma a Foggia gli archivi meteorologici riportano circa 50 mm di pioggia caduti tra il 3 e 4 gennaio. Si tenga presente che mediamente San Giovanni Rotondo misura circa il50% in più di precipitazioni rispetto a Foggia, questo implicherebbe, ipoteticamente, circa75mm di precipitazione.

Voci di paese riportano un accumulo al suolo ben superiore ai2 metri di neve in Foresta Umbra (a mio avviso nonsi tratta voci del tutto errate…), infatti sotto il peso della neve crolla il tetto di un magazzino della base dell’Aeronautica Militare che ha sede in Foresta.

Il 5 gennaio si registrano i primi tentativi di reazione da parte dell’uomo verso la natura, ma in alcune situazioni la neve è così abbondante che sono necessari interventi straordinari; infatti nei giorni seguenti arrivano sul Gargano l’esercito e i vigili del fuoco per sgombrare a liberare le principali strade di comunicazione; in particolare i mezzi spartineve e spazzaneve dell’ANAS non riescono a rendere percorribile la strada statale N°272 tra San Giovanni Rotondo e Monte Sant’Angelo, e quindi vengono impiegate le ruspe cingolate e i camion del Genio Pionieri della Brigata Pinerolo. La situazione è difficile anche tra Borgo Celano e San Marco in Lamis.

Anche la stampa nazionale si occupa dell’evento, che ha coinvolto gran parte dell’Italia meridionale.

Il paese fa enormi sforzi per tornare alla normalità, la neve della sola Piazza Europa viene ammucchiata nello spazio prospiciente la chiesa di San Giuseppe Artigiano (davanti al monumento ai Caduti), si viene a creare un colle artificiale alto circa 3 metri e vasto quanto tutta l’area disponibile; le ruspe caricano la neve sui camion che la portano fuori dal centro abitato, ma subito altra neve viene accumulata dalle ruspe nella medesima zona: si lavora a ciclo continuo.

A casa nostra non riusciamo ad aprire per una settimana la porta (con apertura verso l’esterno) del balcone esposto a nord: la tantissima neve accumulata si è completamente ghiacciata, così decidiamo di rompere i vetri e di liberare il balcone con una pala.

Per alcune settimane successive all’evento atmosferico il turismo di San Giovanni Rotondo diviene anche”alpino” infatti molti dei devoti (soprattutto se con figli) di Padre Pio arrivano muniti di slittini e attrezzati con tute da sci per divertirsi sulle montagne circostanti;non era certo necessario fare escursioni chilometriche, bastava recarsi nella zona dell’attuale parcheggio multipiano sotterraneo o nella zona del convento delle suore Clarisse per gustarsi tanta neve.

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