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28 Mar

A spasso per San Giovanni Rotondo: alcuni luoghi di aggregazione sociale

di Michele Del Grosso

L’area che analizziamo si colloca a ridosso del centro cittadino scendendo dalla villa fino a piazza Madre Teresa di Calcutta (mercato) per poi arrivare, seguendo Corso Roma, fino al semaforo di Via Foggia. Si tratta di una porzione urbana che inizialmente può sembrare avara di significati ma in realtà si presenta ricca di spunti soprattutto da un punto di vista sociale.

Ricadono nell’area, infatti, alcune delle scuole più importanti della città: l’istituto magistrale Maria Immacolata e la scuola media Galiani (con i loro campetti sportivi), la Dante e più a sud anche la succursale del magistrale in Via Cellini. Nell’area analizzata si trova la piazza dove settimanalmente si svolge il mercato che è uno degli elementi più importanti in cui si riconoscono le nostre città in generale. La “potenza urbana” del mercato è testimoniata dal fatto che il luogo fisico viene identificato, o addirittura sostituito dalla funzione che vi si svolge. Quel piazzale è infatti convenzionalmente conosciuto come “il mercato”. Sono poche le funzioni a cui il popolo da una tale importanza, ed è per questo che qualsiasi decisione che “tocca” il mercato scatena sempre, nel bene o nel male, discussioni e polemiche.

Di conseguenza possiamo affermare che la nostra piazza mercato è certamente, da un punto di vista socio-economico, un elemento di forza della nostra città. La gente ci si incontra settimanalmente, si da appuntamento, fa compere ecc. ecc.  Lo stesso piazzale, nelle ore serali, si popola di giovani ed è divenuto negli ultimi anni punto di incontro privilegiato per vari motivi tra cui soprattutto la presenza di bar e l’ampia possibilità di parcheggio. L’area è anche un importante elemento di connessione tra la città e la chiesa della trasfigurazione oltre che alcuni supermercati posti nelle immediate vicinanze.

È sempre positivo quando un luogo riesce a incarnare funzioni diversificate perché questo garantisce contemporaneamente che il luogo venga vissuto con continuità, e soprattutto sia attrattivo per un vasto target di persone (con età e interessi differenti), che lo frequentano in momenti diversi della giornata. Ma c’è un altro lato della medaglia che rende il piazzale anche un elemento di negatività. Il mercato infatti si svolge il venerdì mattina. Durante gli altri giorni della settimana questo luogo che cos’è? Non è facile dirlo ma di certo è difficile definirlo “piazza”. Forse è semplicemente una vasta distesa di asfalto, un non luogo. Sotto il sole estivo sono in pochi ad avventurarsi in questo deserto urbano e quasi tutti camminano accanto al marciapiede alla ricerca dell’ombra dei pochi alberi. Ecco forse già la presenza di un po’ di verde potrebbe rappresentare un punto di partenza anche solo per ridurre la grossa superficie di asfalto che accumula calore.

Senza dilungarsi, si può affermare comunque che la vera sfida insita in questo luogo è quella di donargli un’immagine propria che da un lato gli permetta di svolgere ancora meglio le funzioni di mercato, incontro serale ed elemento di connessione e dall’altro gli permetta comunque di avere un significato quando non vi si svolgono queste funzioni. Un salto di qualità per diventare piazza a 360 gradi. Defilato rispetto alla piazza si trova anche un campetto da basket oramai in pessime condizioni. È la fotografia delle grandi potenzialità nascoste in questa area. Peccato

La porzione urbana in oggetto presenta un tessuto costruito piuttosto regolare anche se diversificato nella tipologia, ed è intervallato da alcuni grandi vuoti tra cui appunto piazza Madre Teresa di Calcutta. Molti di questi vuoti consistono in terreni privati, recintati o meno, rimasti inedificati. L’aspetto negativo di queste aree consiste nel fatto che spesso sono accompagnate da qualche fenomeno di degrado come le recinzioni arrugginite, o anche la presenza di materiali o oggetti di vario tipo accatastati. Di positivo c’è che esse mantengono viva la presenza di superfici verdi permeabili (seppure non utilizzabili dai cittadini) e inoltre si presentano come delle grandi finestre che tra un edificio e l’altro consentono la vista sulle nostre belle montagne.

Osservando l’area che stiamo analizzando mi sono soffermato su due piccole piazze secondo me significative seppur poco note: Piazza Michelangelo e Piazza Gargaros. Piazza Michelangelo è stata oggetto qualche anno fa di un intervento di riqualificazione molto semplice. Oggi questa piazza non ha un grande monumento (a eccezione di una bella statua di San Pio) o chissà cosa eppure ha un bell’aspetto. Ha assunto un proprio carattere e una propria dignità di cui beneficiano anche gli edifici che vi si affacciano. È come su tutto il piccolo quartiere avesse assunto un volto nuovo.

Piazza Gargaros, similmente a piazza Michelangelo, ha la disposizione degli edifici che la fanno sembrare una sorta di cortile interno ad un isolato. Per questo il giardino, seppur pubblico, assume un carattere semi-privato e diventa il luogo dove si svolge la vita comune del quartierino in cui le famiglie si incontrano, in cui bambini giocano. La presenza del verde bilancia la quantità di suolo edificato. È un modello molto interessante che fa l’occhiolino alla sostenibilità delle città che tanto desideriamo. Questa dovrebbe essere la teoria, poi nella pratica non sempre tutto funziona perfettamente e piazza Gargaros non è tenuta benissimo. Può sembrare superficiale, ma l’aspetto con cui un luogo si mostra fa la differenza. Solitamente quando un posto ci trasmette ordine, pulizia, cura induce in noi una maggiore predisposizione a rispettarlo. Diversamente avremo scarsa considerazione di un luogo che ci appare poco curato, tralasciato etc. e non avremo problemi a gettarvi una cartaccia o lasciare una bottiglia vuota.

Piazza Michelangelo prima dell’intervento di riqualificazione

 

Piazza Michelangelo dopo l’intervento di riqualificazione

Infine, tra gli elementi di negatività (se non di criticità) rientra a pieno titolo la torre delle telecomunicazioni sita in via Dante. Un enorme traliccio in pieno centro cittadino accanto a case e scuole. Non sono un esperto in materia ne voglio scatenare qui un dibattito sulle conseguenze che le onde elettromagnetiche possono o meno avere. Da cittadino, il solo buon senso mi porta a credere che sarebbe meglio se si trovasse in un luogo al di fuori dell’abitato mantenendo le dovute fasce di rispetto (sempre se esistano normative) nei confronti di case e persone.

 

 

 

 

 

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