di Federico Fabrizio
Il costante e continuo progredire della scienza elabora e rilascia modelli che diventano sempre più complessi e “incomunicabili” a persone non educate a comprendere il pensiero scientifico. La chiusura al dialogo e alla divulgazione potrebbe risultare tragica per il funzionamento di qualsiasi società moderna soprattutto nella nostra era in cui la disinformazione dilaga ed i cittadini si stanno trasformando in “antagonisti” degli scienziati.
E’ di questo avviso la prof. Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, promotrice della scienza “open source” che dal 2016 conduce le sue ricerche al “One Health Center of Excellence” dell’Università della Florida. Nel saggio dal titolo “Discovering Invisible Truths” pubblicato sul Journal of Virology la scienziata afferma fermamente come gli effetti del populismo e qualunquismo politico possano ripercuotersi in ambiti molto delicati, quali la scienza e la salute. “Gli attacchi frequenti di chi punta a minare la credibilità e l’operato degli scienziati non andranno a ledere la responsabilità morale e l’impegno nel sostenere il progresso della scienza”, dichiara.
Aggiunge, inoltre, come “la nostra società debba essere consapevole dell’epoca nella quale la competenza e la verità sono svalutate” e “si faccia trovare preparata per smontare le teorie cospiratorie e no-vax dei movimenti anti-scientifici”. Dal lavoro scientifico emerge la sua presa di posizione concludendo come “l’ascesa di movimenti populisti in tutto il mondo sta sfidando la scienza e motivando gli scienziati ad aderire al dibattito entrando in politica. Purtroppo prendere una posizione pubblica non verrà senza attacchi diffamatori sia personali che istituzionali con l’intento di condurre al declino il mondo della scienza”.
Il prof. Carlo Alberto Redi, dell’Università di Pavia, introduce il concetto di “diritto di cittadinanza scientifica”, ovvero il diritto di ogni cittadino di avere accesso ad informazioni constatate e validate sulle quali poter prendere le decisioni che interessano diversi aspetti della sua vita. Lo stesso professore ribadisce l’importanza della scienza ovvero di dimostrazioni volte al raggiungimento di una conoscenza della realtà oggettiva e condivisibile.
Sulla stessa scia destano interesse anche le dichiarazioni del prof. Silvio Garattini, farmacologo dell’Istituto Mario Negri, dichiarando come la scienza nel nostro paese è considerata solo tecnologia. Infatti, dichiara come “non occorre fossilizzarsi solo sulla tecnologia dal momento che la scienza vuol dire cultura ed insieme possono formare un binomio importante”. L’augurio del gruppo degli scienziati è fare in modo che la scienza non venga più derisa e umiliata al rango di mera opinione educando nella maniera più corretta possibile e divulgando “scientificamente”.