di Piergiuseppe Corritore
Nell’esistenza di ogni uomo si rincorrono numerosi sogni e progetti. Qualcuno di questi, secondo la caparbietà e lo spirito di sacrificio di ciascuno, vede la luce. Con molta probabilità, sentimenti irremovibili di tenacia e risoluta fermezza hanno guidato e ispirato l’arciprete Prencipe nel momento in cui, esattamente cento anni fa, la Cassa di prestiti di San Giovanni Battista, muove i suoi primi passi. In pieno conflitto mondiale, la cosiddetta “guerra breve”, strombazzata dalla propaganda interventista qualche anno prima, dura ormai da molto tempo e nessuno immagina la fine. Tre lunghissimi anni in cui l’economia nazionale ruota intorno all’industria bellica e i settori fiorenti, quali l’agricoltura e l’allevamento, sono ormai allo stremo per la manodopera prestata al fronte austriaco: numerosi sono, infatti, gli individui che abbandonano i loro campi e i loro animali, chiamati alle armi o arruolati volontariamente. La stessa San Giovanni Rotondo vive la medesima situazione. In un territorio che basa il proprio benessere sul bestiame e sulle coltivazioni, la mancanza di manodopera ha sortito i suoi effetti negativi. Uno di questi è certamente la piaga dell’usura, ferita profonda che sfregia la fragile e provata attività economica della piccola località.
È il 16 maggio 1918. Don Giuseppe Prencipe, arciprete di San Giovanni Rotondo da poco meno di due anni, ispirandosi al magistero di Leone XIII – che tra l’altro vide la promulgazione dell’enciclica sociale Rerum novarum – fonda il suo istituto di credito assieme a ventidue sottoscrittori, investendo la modesta somma di dieci lire. Non è l’unica opera del sacerdote sangiovannese: resta, però la più importante. Tra le sue iniziative è bene ricordare i restauri della chiesa di San Francesco a Manfredonia e, nel 1914, quelli della chiesa di Sant’Onofrio, a San Giovanni Rotondo; l’istituzione, negli anni 1911-12, di una scuola privata e di un circolo di cultura cattolica. Nel 1919 vive un anno intenso nell’organizzazione della sua opera sociale: cura la Congregazione della Dottrina Cristiana, l’assistenza agli orfani di guerra, il circolo giovanile. Nel 1922 è la volta della creazione dell’Azione Cattolica e nel 1926 si trova alle prese con i restauri della chiesa di San Leonardo. Istituisce nel paese natio, nel 1932, la Pia Associazione del Sacro Cuore, fondata a Manfredonia dall’arcivescovo Andrea Cesarano. Nel 1946 fonda la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, un’opera caritativa. Sue sono anche la costituzione, nel suo paese di origine, dell’ACLI, riservata ai lavoratori cattolici, e della FUCI, la federazione degli studenti universitari cattolici. Anche l’attuale salone della chiesa di San Leonardo, ricavato dal sotterraneo dell’ala dell’edificio costruita nel 1909 e le due salette limitrofe, ricavate da una vecchia cisterna, sono costruiti dietro sua indicazione, come anche il restauro della sala della chiesa di Sant’Onofrio nel 1933, dove si trovano gli attuali uffici parrocchiali.
La sua azione pastorale, illustrata nel mio libro Giuseppe Prencipe. Un prete sociale a San Giovanni Rotondo, ha quindi il suo apice nella costituzione dell’istituto di credito. Numerose sono le vicende che lo accompagnano: fatti che vedono la banca, sin dalla sua fondazione, vicina ai bisogni della cittadinanza. Soprattutto in momenti di difficoltà economica, come il periodo della seconda guerra mondiale, il ricorso al credito ha visto incrementare la fragile economia del paese. Anche avvicinandosi ai nostri giorni e avendo mutato la sua denominazione per via di provvedimenti ministeriali, l’istituto finanziario continua ad essere vicino alle esigenze dei numerosi clienti che ogni giorno si rivolgono ai suoi sportelli. Oltre le due sedi di San Giovanni Rotondo, vede filiali in città vicine quali Foggia, San Severo, Manfredonia, Monte Sant’Angelo, Carpino, San Marco in Lamis, Rignano Garganico, le quali contano 2236 soci e 79 dipendenti. Con l’auspicio che l’opera morale e sociale che don Giuseppe Prencipe ha destinato per il benessere non solo economico della sua città, è doveroso omaggiare il traguardo del primo centenario della Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo, sperando in un progresso sempre maggiore ispirato alla figura e all’opera del suo fondatore.