di Franco Di Cosmo
Il monossido di carbonio non ha nessun odore, è invisibile, non irrita gli occhi né la bocca. Per questo, il monossido di carbonio (CO), un gas generato dalla combustione incompleta di combustibili a base organica – come il carbone, il metano o il legno – è il più insidioso degli inquinanti indoor. A concentrazioni elevate (800-1.100 mg/m3 per cinque ore) può essere letale: nell’Europa occidentale l’intossicazione acuta causa almeno un centinaio di morti all’ anno, e diverse centinaia di persone vanno incontro a danni neurologici permanenti per averlo respirato in grandi quantità. Ma un’esposizione di qualche ora, anche a concentrazioni molto più basse (a partire da 10 mg/m3 per otto ore) può nuocere al cuore, ai vasi sanguigni e al sistema nervoso; provoca spossatezza, difficoltà respiratorie e danneggia l’udito.
Se respirato da una donna incinta, il monossido di carbonio arriva certamente al feto, e alcuni studi lo hanno collegato a malformazioni nel neonato e a un peso alla nascita troppo basso. Le intossicazioni acute sono provocate quasi sempre da elettrodomestici mal funzionanti o installati male (scaldabagni a gas, stufe a cherosene o a legna ecc … ). Ma se si escludono questi incidenti, gli studi condotti in Europa mostrano che raramente nelle case si superano i livelli raccomandati dall’OMS al fine di proteggere bambini e cardiopatici, i soggetti più sensibili all’azione di questo gas. Eppure, le sorgenti di inquinamento indoor sono numerose e, specie se sommate, possono determinare concentrazioni abbastanza elevate da causare danni sul lungo periodo (il livello di sicurezza per l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è 7 mg/m3, calcolato sulle 24 ore). Negli edifici che si trovano in zone particolarmente trafficate, un contributo rilevante all’inquinamento indoor è dato dall’aria che penetra dall’ esterno.
Tuttavia, fra le mura domestiche, il fumo di sigaretta e i gas provenienti dai garage comunicanti costituiscono le due principali sorgenti. A queste vanno poi aggiunti ancora una volta gli apparentemente innocui bastoncini di incenso: nel 2002, uno studio statunitense ha trovato che in alcune abitazioni il solo fatto di bruciare incenso faceva salire i livelli dell’inquinante oltre i valori raccomandati dall’OMS. La tossicità del monossido di carbonio deriva dalla sua somiglianza con l’ossigeno. Entrambi giungono nel sangue attraverso i polmoni, penetrano nei globuli rossi, e si legano all’emoglobina, la molecola depurata a ossigenare i tessuti.
Tuttavia, il legame fra emoglobina e monossido di carbonio è 245 volte più forte di quello dell’ossigeno. Si tratta di incidenti facilmente prevenibili, soprattutto seguendo le raccomandazioni dell’OMS ossia:
• far eseguire annualmente da tecnici qualificati la manutenzione degli impianti a gas e dei riscaldamenti;
• far eseguire da tecnici qualificati rilevamenti di monossido di carbonio o installare rilevatori alimentati a batterie, avendo cura di sostituirle quando è necessario;
• considerare la possibilità di un avvelenamento da monossido di carbonio, se si presentano sintomi come mal di testa, nausea e tremori (specie se interessano più persone);
• se si dispone di un garage comunicante, non tenere l’auto accesa all’interno neanche se la saracinesca è alzata.