Mercoledì 3 aprile 2019 ore 21,00, andrà in scena il Misantropo, quanto mai attuale, è un testo che dopo tanta civetteria, convenzioni e barocchismi dorati, arriva stretto come un nodo alla gola: sembra un quadro perfetto del momento che stiamo vivendo, nella disillusione verso un mondo non meritocratico, dove la soluzione è sempre nel compromesso e spesso nella totale evasione dalla legalità, dove la menzogna trova strade più facili e tollerabili della verità.
Sentirsi un extraterrestre perché non allineato, uno stupido perché onesto, un reietto perché non interessato al clamore del mondo, un algido, un cinico, un fissato, un inquieto, l’attore di un vecchio teatrino démodé.
Alceste non respinge ma è respinto da una società in cui non si riconosce, da un amore incapace di scegliere, da processi in cui è chiamato in ballo senza alcun motivo, non uno contro tutti, ma tutti contro uno.
Proseguo con Il Misantropo il mio personale racconto degli ultimi, siano essi bisbetici, anatroccoli o misantropi appunto: lo faccio con la compagnia d’attori con cui in questi anni abbiamo costruito assieme un percorso, con generosità, talento, rigore, utopie, disillusioni
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