Di Aldo Caroleo
Una pianta che nelle zone paludose della Daunia ha salvato in passato migliaia di persone
n.b. Articolo scritto nel periodo della pandemia del Covid, ma sempre attuale…
Anche per non dimenticare….
“In questi giorni di riposo forzato e necessario per la pandemia in atto , uno cerca di dedicarsi con più attenzione a cose che siano diverse dalle martellanti notizie delle tv, delle beghe politiche .. e quale occasione migliore di questa per rivedere con occhi diversi le proprie passioni.
Io ho tra queste, quella delle piante medicinali.
In questo periodo molto delicato per il mondo e per l’uomo,con la minaccia di questo virus (Covid 19) che attacca principalmente le vie respiratorie, una domanda mi è venuta spontanea : come si difendevano i nostri antenati dall’attacco di malattie epidemiche di questo tipo ?
Loro avevano la Saggezza che noi non abbiamo più: la Fede, la Preghiera e la Conoscenza delle Tradizioni che si trasmettevano da padre in figlio.
La Fede e la Preghiera oggi quasi messe da parte erano fondamentali perché gli antichi conoscevano molto più di noi la Sacre Scritture e si affidavano ciecamente all’Assoluto.
Memorabile il versetto dell’ Ecclesiaste ,attribuito alla Sapienza di Salomone :
“Il Signore fa produrre i rimedi dalla terra; l’uomo assennato non li disprezza” (Qoelet. 38-4)
Avevano a disposizione quindi il Mondo Vegetale da cui poi anche noi moderni attingiamo ancora.
A tale proposito ricordo durante le mie ricerche, per masserie e casolari ,di erbe del territorio;interrogavo soprattutto le persone anziane sulle malattie e sul modo di combatterle.
In una di queste masserie, in agro tra Manfredonia e Foggia chiesi ad un a persona ultraottantenne quali erano i rimedi che a sua memoria, i suoi genitori o i suoi nonni usavano nella cura delle malattie. Dopo la Malva, la Camomilla, e altre, ricordo benissimo che si alzò e mi face vedere una pianticella a cespuglio che avevo preso per Lamium dicendomi: “vedi questa pianta? Si chiama Marrugg ( in dialetto) e mi citò il detto:
“ ‘u marrugg ogn male strugg” (Il Marrubbio distrugge ogni male).
Aggiungeva che veniva messa, la pianta ,a macerare nel vino ( ‘u vin d ‘ marrugg”) e quindi somministrato in caso di febbri di ogni tipo, polmoniti, e soprattutto infezioni malariche e comunque malattie dell’apparato respiratorio. E aggiungeva che questo rimedio era noto gia molto prima dell’avvento del chinino e della penicillina. Nota: era amarissimo: infatti il nome deriverebbe dall’ebraico mar (amaro) e rob (succo).
Facevo per questo una riflessione: il Marrubio cresce soprattutto nelle zone aride e comunque vicine alle zono paludose che sono origine delle febbri malariche.
Sappiamo inotre che molte piante usate nella tradizione, sono tutt’ora oggetto di studio…
Più modestamente ho fatto una richerca bibliografica scientifica,solo sui libri che ho e che amo.
Dalle nostre parti il Marrubio è comunissimo e si trova ai margini delle strade, i muri, i fossi dal mare alla collina.
Io l’ho trovato nella zona Capparelli, lungo alcuni viali di Siponto, ai margini dellass.89, della Tangenziale ,soprattutto a ridosso della zona Artigiani , a S.Lucia, nella zona di San Leonardo, ecc.
L’impego farmacologico del Marrubio è soprattutto balsamico, già noto nell’antico Egitto e confermato di recente da alcuni studiosi di indubbio valore: il Dott. H.Leclerc (1917-1919) segnalava l’efficacia della pianta nelle affezioni bronchiali primitive e secondarie all’influenza e l’azione fluidificante e disinfettante delle secrezioni provocandone l’espettorazione..
Come antipiretico il Marrubio fu usato con successo nelle febbri malariche nel 1892 da Thorel e Trabut e nel 1894 da Hannoun.
Nel 1914 Garnier e Vannier impiegarono il succo fresco del Marrubio nelle febbri tifoidee, paratifoidee, ottenendo un’azione netta nella caduta della febbre,miglioramento dello stato generale e una più rapida risoluzione della malattia.
Il Marrubio fu usato prima ancora del chinino e in sua sostituzione i caso di intolleranza a quel farmaco.
L’agente chimico fondamentale è una molecola a cui i ricercatori hanno dato il nome di marrubina un vero e proprio antibiotico naturale.
In tempo di CV19, c’è da chiedersi:
Come i nostri nonni, noi abbiamo tutto: I Santi Protettori : S.Michele Arcangelo, la Madonna di Siponto, San Camillo del Lellis, San Leonardo,la Madonna Incoronata, dei Sette Vel, San Pio da Pietrelcinae altri a cui rivolgerci con Fede e Preghiera..…e abbiamo il Marrubio :non è lecito pensare che proprio qui potrebbe esserci la soluzione?”
Aldo Caroleo