Sgr on Tok!
Alla scoperta delle origini del nome attribuito a San Giovanni Rotondo š
Un grazie a Don Leo per averci ospitato e dedicato il suo tempo āļø
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La presenza di comunitĆ rurali di etĆ romana e tardoantica a ridosso di unāimportante direttrice viaria costituisce il contesto nel quale dovette inserirsi, non prima della fine del V secolo, la costruzione dellāedificio di culto cristiano con battistero, sul sito poi occupato dalla āRotonda di San Giovanni Battistaā, da cui sembra discendere anche la denominazione dellāinsediamento di San Giovanni Rotondo. La chiesa di San Giovanni ĆØ articolata in due corpi di fabbrica distinti: la rotonda vera e propria, ossia il battistero altomedievale, e la navata, una struttura rettangolare successivamente addossata al battistero verosimilmente a partire dallāXII secolo. Il fabbricato ĆØ stato oggetto nel tempo di interpretazioni controverse. Una tradizione locale, non fondata su dati storici ma leggendari, lo riteneva un tempio dedicato a Giano, successivamente trasformato. Questa tradizione ĆØ stata definitivamente confutata dalle ricerche sistematiche recentemente conclusesi.
Nel mese di ottobre 2014 si ĆØ avuta la definitiva conferma della natura del fabbricato, grazie allo scavo condotto allāinterno della rotonda che ha consentito di mettere totalmente in luce i resti della vasca battesimale, giĆ riconosciuti nel 1998 durante precedenti lavori di consolidamento e poi di nuovo ricoperti. La scoperta della vasca battesimale paleocristiana (V-VI secolo) riveste notevole importanza sul piano storico-artistico. Quello di San Giovanni rappresenta infatti una delle rare testimonianze di battisteri paleocristiani āautonomiā, ovvero distinti dallāaula cultuale, noti archeologicamente in Italia meridionale; anche le vasche individuate per via archeologica e materialmente conservate in area pugliese sono numericamente esigue.
Non sembra, allo stato attuale delle conoscenze, essersi conservata traccia dellāedificio cui il battistero era collegato; i resti di questa fabbrica, oltre che di eventuali altre strutture connesse al complesso, potrebbero essere sepolte nelle immediate adiacenze della rotonda o essere celate, e forse in parte inglobate, dallāimponente chiesa medievale dedicata a SantāOnofrio che si sviluppa a sud del battistero. Si possono distinguere tre momenti principali nelle vicende della decorazione pittorica, che per secoli ricoprƬ interamente lāinterno della chiesa, presentando ai fedeli immagini di singoli santi e scene tratte dai Vangeli.
Le pitture più antiche risalgono al XIII secolo, mentre nel Trecento si colloca la più importante fase decorativa, che sembra aver coinvolto lāintera costruzione e che evidentemente ĆØ da collegare alla ristrutturazione in chiave gotica della navata; al primo Quattrocento risalgono, invece, alcuni pannelli visibili sulla controfacciata e nella Rotonda. Gli affreschi riemersi nella chiesa di San Giovanni risultano di grande interesse culturale perchĆ©, oltre a testimoniare le antiche vicende dellāedificio, arricchiscono lāorizzonte della pittura medievale della Capitanata fra XIII e XV secolo. Tale produzione, spesso erroneamente ricondotta alla pittura bizantina, si basa sulla giustapposizione di pannelli devozionali, di frequente arricchiti dalla figuretta dellāofferente in preghiera, e singole scene (per lo più lāAnnunciazione) che fungono da compendio del ciclo cristologico, come si nota nelle chiese di Santa Maria Maggiore a Monte SantāAngelo e Santa Maria di Devia, le più famose in Capitanata per la ricchezza del corredo pittorico. La realizzazione ĆØ opera di frescanti locali educati a schemi iconografici di ascendenza bizantina, ma tradotti in ālinguaā occidentale. In casi più rari si incontrano cicli cristologici o agiografici più articolati: questo aumenta il valore storico-culturale della decorazione pittorica di San Giovanni che presenta due diversi cicli ed emerge, rispetto alle altre chiese affrescate della regione, per la presenza di alcuni temi iconografici desueti.