È morto oggi, all’età di 91 anni, fr. Marcellino Iasenzaniro, l’ultimo dei frati che ha avuto il
privilegio di svolgere il ruolo di assistente (dal 26 aprile al 26 settembre 1965) di Padre Pio
e che, come tale, ha deposto come testimone dinanzi al Tribunale ecclesiastico diocesano
della Causa di beatificazione e canonizzazione.
Nato il 13 giugno 1930 a Casacalenda (CB), da Francescantonio e Maddalena Altobella, in
omaggio al santo festeggiato nel giorno della sua nascita fu chiamato Antonio. È entrato in
convento all’età di 16 anni, legandosi temporaneamente all’Ordine dei Frati Minori
Cappuccini il 16 settembre 1947 e confermando permanentemente la professione dei
consigli evangelici il 12 agosto 1951.
Dopo l’ordinazione sacerdotale, conferitagli il 21 febbraio 1954, si è recato a Roma per
conseguire la licenza in Teologia e, successivamente, a Milano per laurearsi in Lettere
all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Quest’ultima non fu una sua scelta. Anzi, lui non
se la sentiva «di continuare a studiare» e chiese «tempo prima di dare una risposta».
Espose la sua «titubanza» a Padre Pio, che gli rispose: «Fai quello che dicono i Superiori,
altrimenti te ne pentirai per tutta la vita». E fr. Marcellino obbedì.
I titoli conseguiti e le sue doti personali gli consentirono di mettere la prima parte del suo
ministero sacerdotale al servizio degli studenti a Sant’Elia a Pianisi e a Campobasso, come
precettore, direttore spirituale, insegnante, prefetto degli studi, animatore vocazionale e
bibliotecario. Gli stessi requisiti lo resero, a partire dal 1991, un ricercato e apprezzato
predicatore, sempre attento ad arricchire le sue catechesi e omelie con riferimenti concreti
all’esemplare esistenza di Padre Pio. La chiarezza espositiva che lo contraddistingueva, lo
indusse strutturare i suoi ricordi (appuntati in un diario personale) e le ricerche sul suo
santo Confratello in quattro libri: Il Padre (in tre volumi), Padre Pio. Profilo di un Santo (in
due volumi), Padre Pio parla della Madonna e La Madonna nella vita di Padre Pio.
La stima conquistata tra i suoi confratelli, il 28 maggio 1965 indusse il visitatore apostolico,
fr. Clemente da Santa Maria in Punta, a nominarlo quarto definitore.
Dal 1995 ha iniziato a svolgere, periodicamente, il suo servizio come ministro del
sacramento della Riconciliazione a San Giovanni Rotondo, dove fu trasferito
definitivamente nel 2004, per garantire la continuità dell’apostolato non solo nel
confessionale, ma anche sull’altare, offrendo sempre ai pellegrini ampi riferimenti
all’esperienza umana, religiosa e sacerdotale del Cappuccino stigmatizzato. La sua
disponibilità è venuta meno tre anni fa, quando sono comparsi i primi sintomi di una
malattia neurodegenerativa che gli ha sottratto progressivamente, prima le capacità
mentali e poi l’equilibrio fisico.
Fr. Marcellino era ancora uno studente di Teologia quando, nel 1952, conobbe Padre Pio.
Fu inviato a San Giovanni Rotondo per la gestione della corrispondenza in lingua italiana
e vi rimase per due mesi. Vi tornò per un identico periodo nel 1955 e, infine, dal 26 aprile
al 26 settembre 1965 come addetto alle lettere in lingua inglese e come assistente personale
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dell’ormai anziano Confratello. Ma anche nei periodi in cui svolgeva altri compiti nei
conventi del Molise, frequenti erano le sue incursioni in quello garganico.
La continua frequentazione con Padre Pio generò nel cappuccino di Casacalenda un
sentimento di ammirazione, che lo indusse ad annotare in un diario le esperienze più
significative vissute con lui e i racconti ascoltati direttamente dalla sua voce, come il
seguente, che dimostra come il futuro Santo manifestasse l’affetto che nutriva per i suoi
devoti, anzitutto sollecitandone con ogni mezzo la conversione: «Una sera, ultimo
dell’anno, entrò nella camera di Padre Pio n. 1, un suo figlio spirituale legato a lui da
affetto ricambiato. Il Servo di Dio si dimostrò non contento di vederlo ed a noi che ci
meravigliammo di quella insolita freddezza disse: “Deve ringraziare Iddio he non l’ho
trattato peggio”. Poi, presente il visitatore stesso, avviandosi verso la finestra per dare la
buona notte alla gente, quasi allargando il discoro e sottolineandolo disse: “Se salite a San
Giovanni Rotondo per ridiscendere come vi siete giunti, è meglio che non ci venire per
niente”. Continuamente ripeteva quasi un ritornello: “Fate i buoni cristiani”».
Dagli stessi appunti emerge che «I mezzi che [il mistico Cappuccino] adoperava per
alimentare la sua fede erano la preghiera soprattutto e la meditazione sui misteri della
fede. Padre Pio era sempre immerso nella preghiera tranne i pochi momenti di ricreazione
comune, però anche in questi momenti dava la sensazione di essere immerso nel mondo di
Dio. Tra tutti mezzi che adoperava per crescere nella fede, c’era soprattutto la vita liturgica
e la celebrazione della Santa Messa. L’Eucarestia rimaneva la sua attrazione. Quando non
poteva celebrare, chiedeva la comunione la mattina, prestissimo».
I funerali di fr. Marcellino si svolgeranno domani, alle ore 11,30 e, per consentire la
presenza virtuale dei tanti che lo hanno conosciuto e stimato, saranno trasmessi in diretta
su Padre Pio Tv.
San Giovanni Rotondo, 26 luglio 2021
È morto fr. Marcellino, l’ultimo cappuccino testimone di Padre Pio
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