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26 Apr

Per le strade di San Giovanni Rotondo: la “Città-Santuario”

di Michele Del Grosso

Iniziamo un viaggio a tappe nella nostra città con l’intento di individuarne punti di forza e debolezza, e soprattutto le potenzialità inespresse che potrebbero cambiarla. Sarebbe bello anche che voi lettori, riflettendoci su un attimo, vi esprimiate indicando cosa va e cosa non va nei vari luoghi che toccheremo in questo tour virtuale, poiché probabilmente tralascerò qualcosa.

La prima zona che ci prepariamo ad analizzare è la “città-santuario”, che ha reso, in relazione alla figura di San Pio, San Giovanni Rotondo famosa praticamente in tutto il mondo. Prima tappa dei tanti pellegrini che ogni anno giungono a San Giovanni, la zona santuario è il biglietto da visita della città. Anzi, ad onore del vero, molti visitatori nemmeno conoscono il paese, rimanendo nella convinzione che San Giovanni Rotondo “finisca” poco oltre il sagrato della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Una volta, un’amica “forestiera” mi disse: “Ah, ecco allora dove vivete, esiste anche il paese!”.

Al di là della comicità della situazione, ritengo che questo sia un male. L’obiettivo dovrebbe essere quello di attirare il più possibile i visitatori in città “costringendoli” a farli pernottare un giorno in più per apprezzarla. Sarebbe necessario forse un intero articolo per trattare il tema del rapporto tra paese e zona santuario, mi limiterò a dire che per un motivo o per un altro (vi prego di correggermi se mi sto sbagliando) lo squilibrio turistico a San Giovanni Rotondo è evidente e rappresenta la prima opportunità non sfruttata, e quindi, almeno in ottica turistica, anche il potenziale attrattivo del nostro paese rimane inespresso.

Occorre subito fare una precisazione. La zona Santuario viene vissuta diversamente dal pellegrino e dal cittadino di San Giovanni. Il pellegrino raggiunge il santuario percorrendo la circonvallazione, spesso in autobus. Ecco, la circonvallazione è sicuramente una cosa da migliorare in questo paese. Asfalto dissestato, buche, carreggiata ristretta, larghi tratti totalmente allagati in caso di pioggia e infine illuminazione insufficiente nelle ore serali. In una parola, PERICOLOSA.

Per il resto, non avendo gli occhi del pellegrino che giunge a San Giovanni, posso solo basarmi su alcuni commenti che ho captato da conoscenti e amici che hanno visitato la zona, ed in generale sono positivi. Il verde, le montagne, le emergenze architettoniche (forse un po’ sottovalutate) e in generale la bella estetica e l’atmosfera di “pace” che si respira, rende la visita una sorta di esperienza mistica, ed è giusto che sia così. “Bella San Giovanni, ci piace tornare spesso perché si sta bene” o “A San Giovanni siamo stati bene, a parte il vento freddo che a fine agosto ci ha costretto a mettere la giacca”, o ancora, “A San Giovanni si respira un aria diversa, anche se la chiesa nuova non mi piace per niente”. Queste le voci più ricorrenti.

Ma proviamo adesso a mettere a fuoco forze e debolezze della zona Santuario.

Tra i punti di forza va sicuramente riconosciuto il grande valore artistico-architettonico del complesso. Le tre chiese di padre Pio, la scala della via crucis, il viale alberato che conduce alla chiesa nuova, il mosaico nella chiesa della Madonna delle Grazie e quelli di Padre Rupnik che accompagnano alla discesa nella molto criticata cripta nuova. E ancora l’ospedale che, in relazione al periodo di costruzione, è un’architettura notevole. Nonostante la vastità e la posizione dell’area, essa vanta un rispettoso e ben riuscito rapporto con il contesto (tranne alcuni casi). Questo è testimoniato dal fatto che, guardando l’intera area ad esempio da Viale della Gioventù, non si avverte una sensazione di fastidio. Il quadro è ben riuscito. La vegetazione penetra spesso tra il costruito creando una piacevole alternanza tra artificiale e naturale. Nella stessa ottica va il verde rame dei tetti delle chiese, che non è stato scelto a caso.

Altro punto di forza è il valore panoramico-paesaggistico dell’area. Le vedute che si hanno già percorrendo viale Cappuccini sono solo l’assaggio dello spettacolo che attende in cima. Dal sagrato della chiesa nuova, ad esempio, la vista spazia dal Golfo di Manfredonia al subappennino Dauno, dal Monte Vulture in Basilicata fino a Castel del Monte e la Murgia nelle giornate più limpide. Di sera le luci delle città permettono di individuare la linea di costa fino a Barletta, e poi, nell’entroterra, Foggia, Lucera e via dicendo. Ecco, la geografia oggi è un po’ bistrattata. Portate qui i ragazzi delle scuole e vedrete che se ne innamoreranno.

Da un punto di vista più pratico, altro elemento di forza dell’area, è che essa rappresenta il motore economico della città. E tra i tanti aspetti va sicuramente sottolineato quello dei numerosi posti di lavoro che il polo ospedaliero garantisce.

Passiamo adesso alle note dolenti. L’eccessiva mono-funzionalità dell’intera area la rende purtroppo un’entità distaccata dal resto della città. Il cittadino di San Giovanni vive poco quella zona, anzi quasi la schiva perché obiettivamente offre ben poco. Quello che voglio dire è semplicemente che dovrebbe instaurarsi una maggiore convivenza tra diverse funzioni. La presenza di un paio di locali/pub che funzionano bene e richiamano in maniera rispettosa una folta clientela affezionata dimostra che questo è possibile senza snaturare il carattere dell’area. Secondo me, da questo punto di vista “l’anfiteatro” e in qualche modo anche il vicino parcheggio multipiano potrebbero avere grandi potenzialità, oggi nascoste completamente.

Ho nominato il parcheggio multipiano. Nello stato in cui è adesso non è un bello spettacolo. I parcheggi sono necessari e sacrosanti nella zona Santuario (forse ne servirebbe qualcuno non a pagamento?) però per motivi che purtroppo non conosco questa struttura è rimasta incompiuta assumendo un aspetto poco dignitoso che mostra tutta la sua invasività rispetto al contesto. Una grossa massa di cemento armato che stride con quello che vi è intorno. Peccato.

Un’altra opera incompiuta, in questo caso (credo) per insufficienza di fondi, è lo scheletro di quella che sarà una casa di riposo per sacerdoti anziani. Progettato sempre da Renzo Piano, essa sorge a 20 metri dalla chiesa nuova e con gli anni che passano assume un aspetto sempre più degradato. Qualche giorno fa ho visto che gli è stato montato un ponteggio intorno. Magari si sta muovendo qualcosa.

In ultimo, due parole merita il centro informazioni turistiche con annessa sala multimediale sito di fronte al sagrato della chiesa. Ammetto di non essere riuscito ad ottenere informazioni esaustive a riguardo però credo che non stia funzionando per quello che era stato pensato, ovvero un punto di ancoraggio del paese alla zona santuario che doveva servire a “mostrare” la San Giovanni Rotondo “bassa” ai pellegrini. Venne bandito e fu svolto un concorso per selezionare delle fotografie che oggi sono riproposte all’esterno della struttura. Una bellissima idea atta tra l’altro a valorizzare il talento dei giovani del paese. Tuttavia il centro informazioni e la sala multimediale rimangono inattivi. Tante piccole opportunità non sfruttate che probabilmente prese singolarmente sembrano irrilevanti, ma messe a sistema tra loro iniziano ad assumere un certo interesse.

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