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19 Mar

22 gennaio 1903: Francesco Forgione diventa fra Pio da Pietrelcina

La mattina del 6 gennaio del 1903, Francesco partì per entrare in noviziato. Quando bussò alla porta dell’antico convento di Morcone, si trovò di fronte una lieta sorpresa: fra Camillo, il frate cercatore che tanti anni prima aveva incontrato a Piana Romana e che aveva ispirato la sua vocazione di farsi frate Cappuccino.

Fra Camillo nel vedere Francesco lo baciò e lo colmò di carezze e gli disse:

”Eh Francì! Bravo, bravo! Sei stato fedele alla promessa e alla chiamata di San Francesco”.

L’aspirante cappuccino fu accolto da Padre Tommaso, maestro dei novizi che, dopo un esame preliminare,lo ammise a frequentare l’anno di noviziato.

Si immerse negli esercizi spirituali fatti di conferenze, di lavoro, di preghiera, di sacro silenzio, di meditazione e di mortificazione, in un’atmosfera di monumentale, austera, nuda semplicità. Si preparò così al giorno della sua vestizione che, preannunciato da festosi scampanii, giunse dopo due settimane, il 22 gennaio 1903. Alla presenza di tutta la comunità ebbe inizio il solenne rito in cui, Francesco Forgione, spogliato dell’uomo vecchio, fu rivestito dell’uomo nuovo e del saio francescano dei Cappuccini divenendo Fra Pio da Pietrelcina.

Con il volto ombrato di rada peluria, coi fianchi cinti del bianco cordiglio, con gli occhi illuminati degli splendori del cielo, Fra Pio fece il suo ingresso ufficiale in religione.

Fra Pio sottoponeva il suo corpo a continue mortificazioni affrontando i disagi del freddo, i digiuni prescritti, l’interruzione del sonno che la recita comunitaria delle ore notturne causava. Trascorso l’anno di noviziato canonico e superati gli esami, Fra Pio si preparò alla solenne professione dei voti che venne fissato per il 22 gennaio 1904.

Alla presenza dei genitori, dell’intera comunità, il giovane frate promise a Dio di vivere in obbedienza, povertà e castità, osservando la regola dei Frati Minori Cappuccini. Al termine della cerimonia la mamma, stringendoselo al cuore, gli bagnò con le lacrime la tenera barba e gli sussurrò all’orecchio:
”Figlio mio, figlio caro, ora sei diventato figlio di san Francesco. Ti possa lui benedire e con lui, ti benedico anch’io…”.

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