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29 Mar

La storia di Primož, volato al cielo nel giorno della visita del “suo Papa”

Doveva essere il suo giorno, quello della presenza in platea alla visita pastorale del Papa a San Giovanni Rotondo, nel gruppo dei 20 pazienti dei Centri di Riabilitazione PadrePio. Il diciottenne sloveno Primož Trobec era arrivato nel presidio d’eccellenza grazie all’impegno di fr. Stefan Kozuh, vicario generale dei Cappuccini, il quale si era rivolto al ministro circa 4 mesi fa, dopo aver conosciuto l’importante dotazione tecnologica del presidio e la qualità professionale del personale.

Grazie all’accordo con la Caritas della Slovenia, Primož Trobec è arrivato a San Giovanni il 2 gennaio scorso. Il caso, seppur gravissimo, aveva fatto registrare lievi miglioramenti, al punto che si era deciso per una proroga al limite di 60 giorni per il ricovero.

L’ottimismo sembrava far allontanare il ricordo di quel maledetto tuffo, simbolo di estrema libertà che beffardamente lo aveva ingabbiato nel proprio corpo.

“C’erano segnali importanti, questo ci faceva ben sperare – dichiarano dalla Fondazione -, mai avremmo immaginato una evoluzione del genere. Abbiamo sperato fino all’ultimo che la sua forza, la sua vitalità, ancora una volta avrebbero avuto il sopravvento sulla sua condizione fisica. Purtroppo non è stato così, siamo doppiamente addolorati perché Primoz ci ha lasciati proprio nel giorno in cui avrebbe incontrato il suo amato Potefice”.

“Sono ancora incredulo – dichiara il medico che lo aveva in cura -, non posso fare a meno di pensare al suo entusiasmo quando gli ho comunicato che avrebbe avuto la possibilità di vedere il Papa da vicino. O di quando al giro di visita gli chiedevo: Hey, Trobec! How are you?’. E lui rispondeva: “Lu racce, la jamma, la ciocca, very good! Mi chiedo ancora come si potesse sempre sorridere nelle sue condizioni e di come ci si possa sentire piccoli di fronte a giganti del vivere come lui. Ciao Trobec! San Pio sarà lì ad accoglierti… e tu stavolta ‘correrai’ a gambe levate in quel posto destinato ai giusti come te!”.

La famiglia, partita per raggiungere la Puglia, spinta dalla profonda devozione che la contraddistingue, ha dato immediatamente l’assenso alla donazione degli organi in ospedale. Nel giorno di Papa Francesco, Primoz ha donato la vita ad altre persone. Il suo ricordo così si erge sulla folla dei fedeli, come il simbolo di una presenza vigorosa che non potrà mai essere dimenticata

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